Vaccinazioni obbligatorie in Europa

In fatto di vaccinazioni, i paesi europei seguono le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma con alcune differenze tra le singole nazioni.

La situazione attuale
In linea di massima i paesi europei seguono il calendario vaccinale raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO/OMS), ma esistono tuttora alcune differenze tra un Paese e l’altro che rispecchiano da un lato diversi approcci alla sanità pubblica e dall’altro storia e tradizioni differenti. Da questo punto di vista basti pensare alla differenza, tuttora evidente, tra paesi dell’Europa Occidentale e paesi dell’Europa Orientale. Tutto questo è dovuto alla storia recente del nostro continente, ma anche alle diverse disponibilità economiche dei diversi stati. Tuttavia, analizzando l’evoluzione dei calendari vaccinali dei diversi paesi nello scorso decennio, si può comunque vedere come esista una progressiva tendenza all’omogeneizzazione dei calendari, con la progressiva introduzione di nuovi vaccini, segnatamente quelli per lo pneumococco e, in diversi paesi, quello per il meningococco e l’HPV.

In generale, le vaccinazioni per tetano, difterite, pertosse, H. influenzae, epatite B e MPR (morbillo, parotite e rosolia) vengono eseguite un po’ ovunque sia pure (soprattutto per l’epatite B) con alcune variazioni tra i diversi paesi, mentre – come si è detto – per le vaccinazioni per pneumococco, meningococco, BCG (tubercolosi) e HPV (papillomavirus umano) la situazione è più variabile. Quella che segue è una rassegna molto sommaria che non prevede di essere completa ma che vuole dare semplicemente un’idea della situazione attuale a livello europeo. Inoltre, in molti paesi, soprattutto per quelli dell’Europa Orientale, la situazione è in continua evoluzione.

Variazioni nazionali

Come si può notare dalla tabella, esistono differenze significative tra i diversi Paesi europei per quanto riguarda le vaccinazioni raccomandate.

Molto dipende anche dalla prevalenza della sanità privata rispetto a quella pubblica; a Cipro, per esempio, vaccinazioni recenti o costose, come quelle per HPV, varicella, rotavirus ed epatite A, sono eseguite universalmente nel settore privato ma non in quello pubblico.

Altrove vaccinazioni specifiche vengono eseguite solo nei soggetti a rischio, come è il caso dei Paesi scandinavi (la Svezia ha recentemente introdotto la vaccinazione per pneumococco e HPV) o del Regno Unito, che offre la vaccinazione tetravalente (ACWY) per il meningococco ai cittadini di fede musulmana che si recano in pellegrinaggio alla Mecca (normalmente, in tutta Europa, si vaccina per il sierotipo C).

Per quanto riguarda l’Europa Orientale, poi, colpisce il fatto che il BCG è previsto un po’ in tutti i calendari vaccinali, sia alla nascita sia successivamente, mentre altri vaccini mancano dal calendario vaccinale. Tuttavia, la situazione è in evoluzione e alcuni paesi, come la Repubblica Ceca, hanno introdotto la vaccinazione per lo pneumococco, come anche la vicina Slovacchia che ha introdotto la vaccinazione per pneumococco e per meningococco per i gruppi a rischio.

Questa rapida disamina dà quindi un’idea della situazione attuale in Europa, con un’offerta meno ricca nell’Est (anche se in progressivo miglioramento) e alcune peculiarità macroregionali come la scelta di eseguire la vaccinazione per l’epatite B solo nei gruppi a rischio in Scandinavia e nel Regno Unito e in Irlanda. Tuttavia, con il progressivo ingresso nell’Unione Europea e quindi nello spazio Schengen di sempre nuovi paesi, con la libera circolazione delle persone che ne consegue, è auspicabile una sempre maggiore omogeneizzazione dei calendari vaccinali nel nostro continente.