Indennità di accompagnamento 2021: novità da sapere?

Con indennità di accompagnamento si intende un trattamento assistenziale che è possibile richiedere a prescindere dall’età del richiedente.
Bisognerà, in ogni caso, rientrare in determinati requisiti.
Vediamo di seguito quali sono le dinamiche per cui è possibile richiedere l’indennità di accompagnamento nel 2021 e quali sono le novità da conoscere

In quale caso spetta l’assegno di accompagnamento?

Partiamo col dire che l’indennità di accompagnamento – anche conosciuta come assegno di accompagnamento – viene erogata nel caso in cui venga riconosciuto un invalido civile al 100% o totale, ovvero non in grado di compiere attività della quotidianità autonomamente e senza l’aiuto di terze persone.
Pur essendo una prestazione economica erogata dall’Inps, a differenza di altre sue similari, non tiene conto del reddito annuo del richiedente o dell’età di chi ne fa richiesta.
Ciò significa che per fare richiesta dell’indennità di accompagnamento, non bisognerà allegare DSU, ISEE correnti o altre documentazioni che attestino il nucleo familiare e il reddito dello stesso.

Quindi, per poter ottenere l’indennità di accompagnamento nel 2021 bisognerà:

Risiedere in Italia ed essere riconosciuto, dunque, come cittadino italiano – sono accettati anche cittadini comunitari o extracomunitari purché in possesso della legittima documentazione, come l’iscrizione all’anagrafe del Comune di residenza
Avere un’invalidità civile con una percentuale pari al 100% e risultare quindi un invalido totale e non autosufficiente – poiché l’indennità di accompagnamento viene erogata solo a chi non è in grado di effettuare le azioni della quotidianità senza l’aiuto di un’altra persona. Siccome non esistono requisiti legati all’età anagrafica, nel caso in cui non si rientrasse nella fascia lavorativa, si terranno di conto compiti e azioni propri della propria fascia d’età.

Ricordiamo, inoltre, che:

-l’indennità di accompagnamento non è cumulabile con indennità di servizio, lavoro o guerra
-l’indennità di accompagnamento non è reversibile – quindi non viene trasmessa agli eredi in caso di decesso
-l’indennità di accompagnamento è compatibile con l’attività lavorativa – nel caso in cui essa sia possibile

Come fare richiesta per l’indennità di accompagnamento 2021?

Per fare richiesta dell’indennità di accompagnamento nel 2021 bisognerà prima di tutto ottenere un certificato da parte del medico curante, il quale dovrà inoltrare telematicamente nel sistema la domanda.

Una volta effettuata questa procedura, bisognerà attendere che la commissione dell’Inps convochi chi ha fatto domanda per accertarsi che l’invalido che ha richiesto l’indennità di accompagnamento ne abbia realmente diritto.

Una volta fatto ciò – se il verbale avrà esito positivo da parte della commissione medica – verrà erogata l’indennità di accompagnamento a partire dal primo giorno del mese dopo quello in cui si è fatta domanda.

Ricordiamo che la domanda va prodotta tramite l’Inps e che occorreranno quindi le credenziali come lo SPID, la CIE o il CNS – il Pin Inps è ufficialmente scaduto il 30 settembre 2021 – e per chi non dovesse possederle non sarà possibile affidarsi al Contact Center Inps.

In questo caso bisognerà trovare un intermediario abilitato competente, come risarcimenti&rimborsi.it, il cui articolo in merito dimostra le loro capacità e la loro professionalità.
Importo indennità di accompagnamento e maggiorazioni nel 2021

Dunque, in caso la commissione medica dichiarasse tramite verbale ufficiale che l’invalido che ha fatto domanda è effettivamente idoneo ad ottenere l’indennità di accompagnamento, quest’ultimo a partire dal primo giorno del mese successivo alla domanda effettuata riceverà un importo mensile pari a 522,10 euro al mese per dodici mensilità – ciò significa che non è prevista la tredicesima per questo tipo di erogazione.

Vi è la possibilità che l’assegno venga corrisposto in date diverse da quelle che otterremmo calcolato il primo giorno del mese successivo alla richiesta, però solo nel caso in cui sia la commissione sanitaria stessa a redigere nel verbale una data differente.

L’importo di 522,10 euro è frutto di una maggiorazione atta nel 2021, poiché nel 2020 l’importo era pari a 520, 29 euro.

Ma questa non è l’unica novità del 2021 in fatto di indennità di accompagnamento!

Difatti, per chi dovesse risultare – tramite valutazione della commissione medica dell’Asl – idoneo a ricevere l’assegno di accompagnamento, non dovrà più ottenere l’indennità di accompagnamento attraverso il modulo AP70 “Verifica dati socio-economici e reddituali per la concessione delle prestazioni economiche”, come capitava invece negli anni precedenti.

La sospensione dell’indennità di accompagnamento 2021 è possibile?

Ci sono delle casistiche in cui è possibile che l’assegno di accompagnamento o indennità di accompagnamento venga revocato, si trattano del ricovero e del decesso dell’invalido civile al 100%.

Nel primo caso non sarà un ricovero di breve durata ad attivare la sospensione dell’indennità di accompagnamento 2021.
Difatti, andrà sospesa l’erogazione dell’assegno di accompagnamento solo nel caso in cui il ricovero sia superiore o pari ai trenta giorni, magari perché si trova in centri specialistici per la cura di malattie rare.

Ciò se l’invalido civile al 100% risulterà ricoverato a titolo gratuito, quindi in istituti a carico di un ente o struttura pubblica.

E’ da considerarsi valida questa clausola anche se vengono versate somme extra alla retta del ricovero da parte del paziente o della famiglia del paziente per ottenere migliorie, in quanto queste esulano dalla prestazione del ricovero stesso, la quale permane a titolo gratuito.

Ricapitolando: in caso di ricoveri di breve durata o giornalieri, l’indennità di accompagnamento non verrà sospesa, anche in caso di ricoveri lunghi permane la possibilità di non vedere sospeso il proprio assegno di accompagnamento. Questo è possibile nel caso in cui l’invalido civile al 100% ricoverato non riceva nelle strutture l’assistenza di cui necessita come inabile.

Nel secondo caso, in cui l’invalido civile al 100% deceda, l’indennità di accompagnamento andrà immediatamente sospesa e non potrà essere ceduta agli eredi – come succede invece per altre forme assistenziali.

La comunicazione del decesso dovrà pervenire all’Inps tramite autocertificazione ed entro i tempi previsti, poiché una comunicazione tardiva obbligherebbe gli eredi a restituire la mensilità dell’assegno di indennità erogata all’Inps.

In caso di decesso avvenuto a pochi giorni dal bonifico – quindi in una tempistica che impedisca agli eredi la celere comunicazione – non vi sarà una responsabilità di omissione da parte della famiglia del deceduto, sempre a patto che si restituisca la somma ricevuta.

In caso di conto bancario o conto postale, saranno questi ultimi enti a dover restituire all’Inps la somma dovuta.

In caso l’assegno d’indennità venisse erogato prima della morte dell’invalido civile al 100% non bisognerà restituire la somma all’Inps, modalità simile per il decesso a cavallo del mese, ove solo metà del mese dovrà essere restituita all’Inps.

In conclusione, l’indennità di accompagnamento 2021 per certi versi è rimasta integra a sé stessa mantenendo requisiti, dinamiche e modalità di sospensione, ma ha modificato anche molto di sé come ad esempio l’importo maggiorato o ancora la nuova modalità di richiesta che non prevede più il modulo AP70, ma come sappiamo anche da questo articolo di Trend-online, nel 2021 sono state riviste molte cose inerenti il mondo della disabilità, come la legge 104/92.

E voi? Avete già fatto domanda per l’indennità di accompagnamento 2021?