West Nile Virus, c’è da preoccuparsi per questa malattia?

Negli ultimi giorni di questa torrida estate si è tornati a parlare di virus del Nilo Occidentale, meglio noto col nome internazionale di West Nile Virus. Il motivo di tanta rinnovata apprensione è il caso dell’anziano deceduto giorni fa in Veneto proprio per via di questa malattia, con la notizia che ha guadagnato subito spazio su molti media nazionali che hanno approfittato per diffonderla con i soliti toni allarmistici.

Qualcuno potrebbe averlo sentito nominare per la prima volta proprio in questi giorni, ma non si tratta di un virus nuovo, del quale sappiamo poco (come ad esempio il covid) e quindi da temere, bensì è un patogeno che i medici conoscono da molto tempo (fu scoperto in Uganda nel lontano 1937) e che può infettare l’uomo attraverso le punture delle zanzare. Cerchiamo allora, col contributo degli esperti del sito Zerozanzare.it, di fare il punto su questa malattia, e più in particolare su come viene trasmessa, su quanto può essere grave e cosa si può fare per curarla o prevenirla.

Trasmissione e sintomatologia

Come detto, il virus del Nilo Occidentale può essere trasmesso all’uomo dalla puntura di una zanzara infetta. Può essere trasmesso da molte specie di zanzare diverse, e da noi il principale vettore è la nostra zanzara comune, ossia la Culex.

Il serbatoio naturale di questo virus sono però gli uccelli. Se una zanzara punge un uccello infetto, è poi in grado di trasmettere il West Nile virus all’uomo attraverso una nuova puntura. Ovviamente, sempre attraverso una nuova puntura di zanzare il virus può essere trasmesso da un essere umano infetto ad un altro.

Nella maggior parte dei casi i sintomi dell’infezione sono del tutto assenti o poco evidenti, e compaiono da un minimo di 2 fino a un massimo di oltre 14 giorni dopo la puntura della zanzara infetta. Più raramente i soggetti infetti possono mostrare mal di testa, stanchezza e dolore muscolare, nausea, vomito e altri sintomi marcati che però, come avviene in altre malattie trasmesse dalle zanzare come ad esempio l’encefalite giapponese, sono riconducibili anche ad una comune influenza.

È proprio il periodo di incubazione potenzialmente lungo, assieme ai sintomi poco specifici, a rendere la febbre West Nile una malattia che spesso è difficile diagnosticare tempestivamente (la diagnosi si effettua con la ricerca di anticorpi del tipo IgM mediante test di laboratorio effettuati su siero o fluido cerebrospinale). Ed ecco perché, laddove il soggetto non migliori e guarisca spontaneamente nel giro di alcuni giorni (cosa che avviene nella maggior parte dei casi) la febbre West Nile va considerata potenzialmente molto pericolosa.

Il sito dell’Istituto Superiore di Sanità spiega infatti che in casi molto rari (meno di 1 su 100) i soggetti colpiti possono mostrare una sintomatologia ben più grave, caratterizzata da un’encefalite che può portare alla paralisi e al coma (meno di 1 caso su 100), e persino alla morte (circa 1 caso su mille). Si tratta generalmente di individui a rischio perché immunodepressi.

Terapie e prevenzione

Al momento non esistono cure specifiche per il West Nile virus. Come già detto, in molti casi la malattia regredisce da sé e il soggetto guarisce da solo dopo al massimo qualche settimana. Nei casi più gravi è richiesto il ricovero in ospedale con respirazione assistita e somministrazione di soluzioni intravenose.

Al momento non esiste nemmeno un vaccino, perciò l’unica prevenzione possibile è quella di limitare il più possibile la propria esposizione alle punture di zanzara, limitando l’accesso di questi insetti all’interno dell’abitazione mediante l’installazione di apposite zanzariere e facendo uso di repellenti quando si è all’esterno. Allo stesso modo, ogni azione di contrasto alla proliferazione delle zanzare è più che opportuna, ad esempio rimuovendo o svuotando con frequenza assidua dall’acqua stagnante ogni contenitore posto all’aperto.

Queste buone pratiche risulteranno sempre più decisive in quanto, nel prossimo futuro, gli effetti del cambiamento climatico già visibili oggi diventeranno sempre più marcati, e tra questi la diffusione delle zanzare e delle malattie ad esse collegabili.