Pandemic fatigue: cos’è e come affrontarla

La pandemia da coronavirus che ha investito l’intero globo sta avendo un impatto forte sulle nostre vite, rivoluzionando completamente abitudini e comportamenti. I provvedimenti del governo hanno imposto divieti e restrizioni fino ad arrivare al lockdown con tutte le conseguenze sociali, economiche ed emotive che ne sono derivate.

Abbiamo visto esercizi commerciali e scuole chiudere, ci siamo dovuti adattare a lavorare in smart working, trasformando le nostre case in uffici, abbiamo dovuto aiutare i nostri figli a usare la didattica a distanza, siamo stati costretti a limitare spostamenti e contatti con amici e parenti, ci siamo ritrovati a convivere h24 con i nostri familiari, condividendo spazi spesso troppo piccoli, senza alcuna valvola di sfogo.

Tutto questo mentre venivamo bombardati ogni giorno da notizie sconfortanti, opinioni di virologi e infettivologi, bollettini su contagi, ricoveri in terapia intensiva, morti, articoli di giornale ma anche fake news e bufale di ogni tipo, che rimbalzano sui social network alla velocità della luce. La saturazione di informazioni è così elevata che l’Oms stessa ha cominciato a parlare di infodemia, una vera e propria epidemia di informazione che rende quasi impossibile districarsi tra le varie notizie, operando un discrimine tra ciò che è vero e ciò che è falso, verificando le fonti dalle quali provengono.

Tra le tante conseguenze di questo stato di cose prolungato nel tempo, c’è anche la cosiddetta pandemic fatigue, letteralmente la fatica da pandemia, che colpisce una percentuale sempre più alta della popolazione, addirittura 6 persone su 10 secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Ma cos’è esattamente la pandemic fatigue?

Pandemic fatigue: stress e disagio psicologico dovuto alla pandemia

La pandemic fatigue viene definita come la risposta mentale a una situazione di emergenza e crisi che si protrae nel tempo, senza la possibilità di vedere una via d’uscita, proprio come avviene per a causa della pandemia da Covid-19. Non avere un orizzonte temporale al quale fare riferimento, ci disorienta e ci turba.

Quello che si prova è un senso di stanchezza, di vero e proprio sfinimento, assenza di energie, ansia, depressione.

I sintomi che si sperimentano sono simili in qualche modo a quelli provati da chi ha vissuto sulla propria pelle la malattia. In quel caso, però, si parla di post Covid fatigue o anche sindrome post Covid, che ha a che fare con gli strascichi del virus sul corpo e sulla mente di chi è stato infettato. Il coronavirus, infatti, sembra avere degli effetti a lungo termine sull’organismo: indolenzimento, spossatezza, senso di confusione mentale, e conseguente difficoltà a pensare in modo lucido e chiaro.

Nonostante i punti di contatto, però, la pandemic fatigue è una sindrome di diversa natura.

Sintomi della pandemic fatigue

La pandemic fatigue si manifesta in modo diverso da individuo a individuo, ma esistono una serie di sintomi e sensazioni comuni, la cui intensità varia da caso a caso, a seconda delle circostanze e delle esperienze vissute dal singolo. I principali sintomi della fatica da pandemia sono:

  • Ansia
  • Stress
  • Rabbia
  • Spossatezza
  • Sbalzi d’umore
  • Passività agli eventi
  • Insofferenza alle regole
  • Rassegnazione

Conseguenze della pandemic fatigue

La fatica da pandemia preoccupa molto gli esperti poiché tra le principali conseguenze si trova la demotivazione nei confronti delle norme da seguire per tutelare la propria salute e quella degli altri. Ci si ritrova a pensare che qualsiasi comportamento messo in atto sia del tutto inutile a contrastare la diffusione del virus, si ha l’impressione che la propria libertà sia fortemente limitata senza ragione.

La sfiducia può portare ad abbassare la guardia, a comportarsi in modo più superficiale perché in uno stato di allerta costante tendiamo a normalizzare la situazione, ad abituarci ad essa. In altri casi, possiamo arrivare a ritenere che seguire le regole richieda uno sforzo troppo grande, che il prezzo da pagare per superare questa crisi sia troppo alto.

.Come superare la pandemic fatigue

Visti i rischi connessi con questa sindrome comportamentale, l’Oms ha diffuso delle linee guida indirizzate ai governi perché si impegnino nell’affrontare la pandemic fatigue e aiutino i cittadini a ritrovare fiducia e motivazione rispetto all’esigenza di seguire alcune norme per la tutela della salute (uso delle mascherine, igiene delle mani, distanziamento fisico). Tra i consigli vi è quello di far sentire le persone più coinvolte nella soluzione del problema e non semplici soggetti passivi, in balia degli eventi.

Dal punto di vista del singolo, esistono una serie di azioni che si possono mettere in atto nel caso in cui si sospetti di soffrire di pandemic fatigue.

Innanzitutto, è bene assumere nei propri confronti un atteggiamento non giudicante. Dobbiamo essere comprensivi e gentili con noi stessi, accettando il fatto che sia del tutto normale provare un senso di affaticamento mentale e fisico in un momento come quello che stiamo vivendo.

È importante, inoltre, riuscire a costruirsi una nuova routine, una serie di abitudini sane che ci aiutino ad affrontare questa sorta di stato di sospensione: scegliere gli orari per i pasti, per dedicarsi al lavoro ma anche ritagliarsi del tempo per hobby e attività rilassanti, che aiutano ad allentare la tensione accumulata e a scaricare lo stress. Bisogna evitare di lasciarsi sommergere dal lavoro, ricordando che il fatto di operare in smart working non significa non avere orari.

Può essere utile provare a praticare un po’ di yoga o di meditazione, attività che consentono di tenere sotto controllo i livelli di cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress.

Anche passeggiare, magari nella natura, in un parco pubblico vicino a casa, è un tipo di attività che consente di alleviare la stanchezza e il disagio legato allo stress da pandemia, allontanando la negatività.

Quando, però, il disagio è molto forte e ci si sente sempre più sopraffatti dalla preoccupazione e dagli stati di agitazione è opportuno pensare di rivolgersi a uno psicologo esperto in disturbi d’ansia che si renderà disponibile a una serie di colloqui atti ad alleviare il senso di sofferenza.