Dolori addominali

I dolori addominali, sintomo di varie malattie, devono essere valutati attentamente per poter fare una diagnosi corretta sulla patologia che li provoca e stabilire di conseguenza una terapia adeguata.

I dolori addominali non sono di per sé una malattia ma piuttosto il sintomo di una malattia. Praticamente quasi tutte le malattie degli organi addominali possono essere associate a dolore. Pertanto è importante valutare le caratteristiche del dolore (associato a senso di peso, spasmi, bruciore ecc.) e soprattutto la sede.
Idealmente, si può suddividere l’addome in diverse aree. Una suddivisione utile a scopo illustrativo è in quadranti, ma si possono utilizzare suddivisioni più complesse e aderenti all’anatomia interna dell’addome.

In generale, i dolori del quadrante addominale superiore destro tendono a essere associati a disturbi epatici, delle vie biliari e del colon, quelli del quadrante addominale superiore sinistro a disturbi del colon, quelli del quadrante inferiore destro a disturbi del colon e dell’appendice mentre quelli del quadrante inferiore sinistro a disturbi del colon. Inoltre, nella donna, dolori della parte inferiore dell’addome possono essere correlati a disturbi dell’apparato genitale (utero e annessi). Infine, in linea generale, i disturbi gastrici tendono a essere associati a un dolore epigastrico (sotto lo sterno) e quelli dell’intestino tenue a dolore periombelicale o comunque per lo più localizzato al centro dell’addome. Per quanto riguarda le caratteristiche del dolore, un dolore di tipo spastico è di solito associato a una patologia di un organo cavo (per esempio, una colica biliare o una colite) mentre un dolore bruciante a una patologia infiammatoria (per esempio, un’ulcera gastrica).
Comprendere le cause
Per i motivi esposti, è quindi importante comprendere come sia fondamentale determinare lecause del dolore addominale e non limitarsi a curare il sintomo per esempio con un antispastico. Altrimenti si corre il rischio, alterando e riducendo il dolore, di mascherare e confondere il quadro clinico con un conseguente ritardo diagnostico dalle conseguenze imprevedibili.
Un esempio classico è quello dell’appendicite acuta. Questa patologia, molto frequente nel bambino (in particolare nella seconda infanzia), inizia spesso in modo subdolo con un dolore talvolta associato a senso di peso nel quadrante inferiore destro (fossa iliaca destra). Di solito la progressione è rapida e ben presto compare il quadro clinico classico, cioè dolore intenso a livello della fossa iliaca destra, febbre, vomito e chiusura dell’alvo. Tuttavia, l’evoluzione può essere più lenta e dare spazio a notevoli incertezze diagnostiche.

Altre cause di dolore addominale nel bambino sono le gastroenteriti in cui il dolore spesso è di tipo spastico ed è legato alla contrazione intestinale, certe forme di reflusso gastroesofageo in cui però il dolore è bruciante e di solito retrosternale o al massimo epigastrico e il dolore generico associato a disturbi della digestione.

Un capitolo importante è rappresentato dai dolori addominali funzionali, tra i dolori addominali più frequenti in età pediatrica. Si tratta di crisi dolorose di frequenza variabile, talvolta associate ad altre forme dolorose (cefalea), in cui la ricerca di una causa organica è sempre negativa. Porre la diagnosi di dolore funzionale è sempre importante sia per tranquillizzare la famiglia sia per impostare una terapia adeguata (sintomatica).

In conclusione, il dolore addominale nel bambino, pur essendo nella maggior parte dei casi di origine funzionale e quindi benigno, deve essere attentamente valutato allo scopo di evitare errori diagnostici che potrebbero avere serie conseguenze.
Quando chiamare il medico
È sempre preferibile consultare il medico se il dolore addominale non migliora spontaneamente entro poche ore, o se questo è accompagnato da febbre o fortemente localizzato (per esempio, nel caso in cui sia localizzato a destra, è possibile che sia la manifestazione di un’appendicite).