Pertosse

La pertosse, nonostante la diffusione del vaccino l’abbia resa una malattia rara, può essere molto pericolosa se non riconosciuta. Fondamentali una diagnosi corretta e una terapia adeguata.

La pertosse è un’infezione respiratoria causata da un batterio, la Bordetella pertussis. È nota anche con il nome popolare di tosse cattiva. Molto comune negli scorsi decenni è ora divenuta molto più rara in seguito alla diffusione della vaccinazione antipertosse che viene praticata nel primo anno di vita in associazione alle altre vaccinazioni. È quindi di osservazione molto rara nella prima infanzia e attualmente la maggior parte dei casi riguarda bambini e ragazzi non vaccinati o in cui la vaccinazione ha perso efficacia. Questo è comunque un risultato molto importante perché se da un lato la pertosse nel ragazzo o nel giovane adulto è una malattia fastidiosa a causa della tosse intensa, nel bambino più piccolo e soprattutto nel lattante causa un’insufficienza respiratoria anche grave che necessita di ossigenoterapia e quindi di ricovero ospedaliero.

Sintomi
La pertosse è caratterizzata da una fase prodromica della durata di circa una settimana in cui compare una tosse non specifica che di solito viene attribuita a un’infezione virale delle prime vie aeree. Successivamente, la tosse diviene tipicamente pertussoide: crisi di tosse convulsa, tipicamente notturne, che lasciano il paziente senza fiato al termine dell’accesso di tosse che viene seguito dal cosiddetto “grido inspiratorio”, una forte inspirazione accompagnata da un suono stridulo come se il paziente cercasse di inalare con un solo atto inspiratorio tutta l’aria che ha espulso durante l’accesso di tosse. La tosse pertussoide è tipicamente emetizzante, cioè provoca vomito.
Tale sintomatologia, se non viene instaurata prontamente una terapia specifica, tende a essere prolungata, fino a 2 mesi rispetto all’esordio, sia pure con intensità decrescente. Si tratta quindi di una malattia che, se non curata, a parte le problematiche specifiche del lattante, è notevolmente impegnativa per il paziente.

La tosse è praticamente l’unico sintomo e in contrasto con le sue caratteristiche e la sua intensità non vi è febbre né vi sono praticamente altri sintomi. La diagnosi è quindi clinica, anche se naturalmente è possibile confermarla mediante la ricerca degli anticorpi specifici contro la Bordetella.
Un’altra caratteristica della pertosse è che, anche dopo la guarigione, il paziente tende a tossire per diversi medi come se avesse ancora la pertosse, anche in seguito a cause banali, ad esempio una tosse da raffreddore.

Terapia
La terapia consiste nella somministrazione di antibiotici della classe dei macrolidi, gli unici efficaci, anche per 15 giorni. Tuttavia, la terapia è tanto più efficace quanto prima viene instaurata (periodo prodromico) e il fatto che la tosse divenga tipicamente pertussoide solo dopo il periodo prodromico non facilita una terapia efficace. Per questo motivo, occorre un elevato indice di sospetto, in particolare se nella comunità o nella cerchia dei compagni di scuola o degli amici vi sono stati casi di pertosse anche solo sospetta. Questo permette la precoce instaurazione di una terapia efficace.

Quando chiamare il medico
Il sospetto di pertosse deve sempre portare alla consultazione del medico.