Diventare donna

Lo sviluppo puberale nelle femmine è accompagnato da importanti cambiamenti fisici, ma bisogna porre particolare attenzione anche ai risvolti psicologici che questa trasformazione da bambina a donna comporta.

L’inizio dello sviluppo puberale nella femmina è leggermente anticipato rispetto a quanto avviene nel maschio e l’età minima di inizio dello sviluppo è di 9 anni, anche se qualche bambina mostra qualche segno di sviluppo anche a partire dagli 8 anni. Se i primi segni di sviluppo si presentano prima degli 8 anni si deve sospettare una pubertà precoce e occorre eseguire una serie di accertamenti in ambito specialistico. Uno sviluppo troppo precoce, infatti, oltre a essere potenzialmente dovuto a cause francamente patologiche, si accompagna a una prognosi molto sfavorevole per quanto riguarda la statura definitiva.

Le tappe dello sviluppo puberale
I primi segni di sviluppo puberale nella bambina sono rappresentati dalla comparsa di un bottone mammario, cioè l’ingrandimento iniziale della ghiandola mammaria che nella bambina prepubere è a malapena palpabile, e di qualche pelo maturo a livello delle grandi labbra. Successivamente, le ghiandole mammarie si ingrandiscono seguendo un iter ben preciso fino ad assumere l’aspetto tipicamente maturo, e i peli pubici si estendono a tutto il pube assumendo il tipico aspetto a triangolo rovesciato. I capezzoli si ingrandiscono e le areole mammarie divengono ben visibili e pigmentate e progressivamente si sviluppano i piccoli caratteristici tubercoli (in realtà ghiandole poste sotto la cute) che si osservano sull’areola delle donne adulte. Anche i genitali esterni divengono più pigmentati. L’aumento della secrezione sebacea, come nel maschio, può dare luogo alla formazione di acne.

Le tappe dello sviluppo puberale, come nel maschio, sono state classificate da Tanner in 5 stadi, dal primo, che è tipico dell’età prepuberale, al quinto, che è tipico dello sviluppo completato.
Lo sviluppo puberale nella bambina è di solito completato intorno ai 14 anni. Nel corso di questo periodo avvengono inoltre diversi cambiamenti dovuti, oltre che all’aumento della statura, all’aumento delle masse muscolari (anche se in misura minore che nel maschio) e soprattutto alla ridistribuzione del grasso corporeo in modo spiccatamente ginoide, cioè femminile, in particolare sui fianchi, dando alla bambina una conformazione generale simile a quella della donna adulta.

Uno dei momenti topici dello sviluppo puberale femminile è il menarca o prima mestruazione. In realtà il menarca può essere preceduto da modeste perdite di sangue che però non sono vere mestruazioni e ancora prima da perdite dette “bianche” che sono da considerarsi del tutto fisiologiche. Il menarca si verifica di solito verso lo stadio 3-4 di Tanner e la sua comparsa si accompagna a un rallentamento della crescita staturale.
Dopo la prima mestruazione è normale un’assenza dei cicli per un certo periodo di tempo, talvolta alcuni mesi. Trascorso questo periodo, i cicli riprendono con cadenza mensile più o meno regolare, anche se tendono a essere prolungati e caratterizzati da un maggiore stillicidio che non nella donna adulta, ciò a causa di una non perfetta maturazione delle fasi ormonali (estrogenica e progestinica) del ciclo. In questa fase inoltre le mestruazioni sono spesso dolorose e fonte di notevole disagio e imbarazzo per la bambina che si trova a dover affrontare una situazione nuova. La somministrazione di semplici antinfiammatori non steroidei come il ketoprofene e la rassicurazione spesso sono sufficienti a risolvere il problema.

Come reagisce la bambina
Per quanto riguarda gli aspetti psicologici, il periodo adolescenziale è segnato da difficoltà relazionali e da insicurezza legate alla trasformazione del proprio corpo e alla consapevolezza del cambiamento. Il rapporto con la famiglia diviene conflittuale e la richiesta di autonomia diviene pressante. Naturalmente non si tratta di un processo univoco e i legami familiari non vengono mai recisi del tutto. Le ragazze tendono progressivamente a sviluppare legami e amicizie in un gruppo di “pari” cioè di altre ragazze, da cui tutti gli altri sono esclusi. In questo ambiente, che viene sentito meno ostile e più “accettante” rispetto alla famiglia e al mondo degli adulti, i conflitti vengono elaborati e composti. Tuttavia, si tratta di un processo lungo e difficoltoso e alla famiglia spetta il compito di accompagnare senza prevaricazioni la ragazza adolescente in questa difficile fase, facendo attenzione a eventuali sintomi di disagio che possono preludere alla comparsa di vere e proprie patologie come i disturbi depressivi o i disturbi del comportamento alimentare.