Una delle cose che più meraviglia i genitori è il fatto che il loro bambino “cambia di giorno in giorno”. In effetti, le tappe dello sviluppo umano sono abbastanza rapide. Inoltre, ogni bambino tende ad avere uno sviluppo diverso ed è sorprendente notare come anche all’età di 2-3 mesi, non vi siano due bambini uguali l’uno all’altro per quel che riguarda lo sviluppo.
Il primo anno
Un bambino appena nato, anche se apparentemente interagisce poco con l’ambiente e si limita a piangere quando qualcosa lo infastidisce, in realtà ha una sorprendente capacità di assimilare tutto quello che lo circonda ed è chiaramente sensibile agli stimoli luminosi come anche ai rumori intensi. Nelle settimane successive, inizierà a controllare meglio il capo e verso i due mesi sarà in grado di sorridere in risposta al volto umano, emettendo inoltre una serie di vocalizzazioni. In questa fase lo sguardo è coniugato, gli occhi sono cioè in asse, e nelle settimane successive il bambino diviene capace di seguire con gli occhi un oggetto in movimento. Contemporaneamente, migliora il controllo del capo e in posizione prona il bambino inizia a spingersi con le mani per sollevare, anche di poco, il tronco rispetto al piano. Dopo i tre mesi iniziano anche i primi movimenti di afferramento, anche se rudimentali.
A partire dal quarto mese compaiono nuove e importanti capacità. Il bambino cerca di sostenersi con le mani (“paracadute” anteriore e laterale) se messo in posizione seduta. Inizia i primi tentativi di rotolamento, strisciamento, dirige attivamente il capo verso un suono e i movimenti di afferramento si fanno più sicuri, imparano ad afferrarsi i piedi.
Verso i sei mesi, il bambino è impegnato in un’attività costante di osservazione dell’ambiente circostante, favorita dalla capacità crescente di controllare il busto e stare seduto con appoggio. Afferra le cose e inizia a manipolarle per osservarle. Iniziano quindi a passare le cose da una mano all’altra e a metterle in bocca, attività che non deve essere impedita, naturalmente con la massima attenzione per la sicurezza del piccolo.
Verso i sette mesi di solito il bambino sta seduto da solo, da prono cerca di sollevare la pancia per mettersi a quattro zampe, esegue movimenti di rotolamento via via più completi e naturalmente e inizia a pronunciare i primi suoni gutturali. È anche l’età in cui qualsiasi tentativo di limitarne la crescente capacità di osservare il “mondo” (ad esempio mantenendolo supino a forza) scatena le più forti proteste.
A nove mesi il bambino di solito gattona senza difficoltà, inizia i primi movimenti volti a raddrizzarsi afferrandosi a un sostegno, ripete le sillabe e interagisce in modo estremamente vario con l’ambiente. In questo periodo il bambino inizia a comprendere il significato di alcune intonazioni, come quelle negative.
Dai nove ai dodici mesi il bambino inizia a camminare, ad afferrare gli oggetti di piccole dimensioni utilizzando pollice e indice, ma soprattutto la ripetizione delle sillabe lascia spazio alla comparsa delle prime parole.
Da 1 a 3 anni
Dopo i dodici mesi, lo sviluppo procede inarrestabile. La capacità di camminare migliora costantemente e il bambino cade sempre meno spesso, anzi inizia a essere capace di correre e – se tenuto per mano – salire qualche gradino. Il linguaggio si arricchisce quotidianamente di nuove parole e diviene in grado di comprendere ordini semplici. In questa fase il bambino tenta di mangiare da solo utilizzando il cucchiaio: limitare l’autonomia del bambino e la sua confidenza con il cibo è chiaramente un errore.
Dopo i diciotto mesi il bambino, oramai autonomo, esplora continuamente l’ambiente circostante e fa giochi sempre più complessi. Inizia anche a manifestare qualche interesse, sia pure limitato, per gli altri bambini, impara a sfogliare le pagine di un libro e a scarabocchiare un foglio.
A due anni il linguaggio è ulteriormente migliorato, il bambino diviene capace di pronunciare frasi semplici, è autonomo ed esprime la propria autonomia con frequenti “no”. Dai due ai tre anni le conquiste continuano. Impara giochi sempre più complessi, calcia la palla e quindi diviene capace di lanciarla, gioca con le costruzioni mettendo i cubetti uno sopra l’altro, parla in modo sempre più complesso e comprensibile, inizia a collaborare nel vestirsi e nel lavarsi. Sembra passato poco tempo da quando è nato, eppure in soli tre anni il bambino ha compiuto enormi progressi ed è pronto ad affrontare il mondo.