Innovazioni in ortopedia: tecnica mini-invasiva di protesi d’anca e percorso Fast-Track
Quella dell’anca è un’articolazione molto importante per l’essere umano. È infatti la parte del corpo che sorregge il peso del busto permettendoci di camminare agevolmente e di svolgere un gran numero di movimenti della gamba. È chiaro, quindi, che si tratta di una zona molto sollecitata durante tutto il corso della vita e questo può facilitare l’insorgenza di problematiche e dolori. Oggi per fortuna disponiamo di tecniche ortopediche innovative che, anche nei casi più gravi, riescono a dare sollievo ai pazienti, permettendo loro di recuperare pienamente la funzionalità dell’arto.
Stiamo parlando, in particolare, della tecnica mini-invasiva di protesi d’anca, associata al percorso di recupero Fast-Track, un metodo ancora poco conosciuto nel nostro paese ma che ogni anno permette a migliaia di persone di tornare a sorridere e godersi la vita in piena autonomia. Non sono molti i centri in Italia specializzati in ortopedia dell’anca che praticano questo tipo di intervento. Sarà quindi fondamentale informarsi bene dal proprio medico di fiducia per capire il percorso più idoneo per ogni singolo caso specifico.
Problemi alle anche: da cosa sono causati
L’articolazione dell’anca è formata dal cotile, una rientranza di forma concava nell’osso iliaco, in cui si va a inserire la testa del femore, che ha una forma sferica. Le superfici sono rivestite dalla cartilagine articolare, che permette lo scivolamento di una superficie sull’altra senza creare attrito. Questa delicata struttura può andare incontro a processi di deterioramento dovuti a varie cause, dalle quali derivano i diversi problemi che possono portare alla necessità di impiantare una protesi d’anca per riprendere la corretta mobilità. Fra i più comuni troviamo:
- Coxartrosi;
- Artrite reumatoide;
- Artrite Psoriasica;
- Necrosi della testa del femore;
- Anca a scatto;
- Conflitto femoro-acetabolare;
- Traumi e fratture.
Un disturbo all’articolazione dell’anca può essere dovuto anche ad altre cause, legate a diverse parti del corpo, ad esempio un problema alla colonna vertebrale oppure a movimenti e posture scorrette dovute a dolori al ginocchio che ci impediscono di camminare bene. Risolvendo la causa scatenante, si risolveranno anche i problemi all’anca.
La tecnica mini-invasiva di protesi d’anca: in cosa consiste e come viene effettuata
Quando il dolore alle anche diventa veramente grave, tanto da compromettere il normale svolgimento della vita del paziente, l’unica soluzione è ricorrere all’impianto di una protesi d’anca.
Prima di arrivare a questo, si possono provare tecniche di controllo del dolore che, anche se non consentono la guarigione, possono dare un sollievo temporaneo, permettendo di rimandare l’intervento anche di alcuni mesi, addirittura anni. Fra queste le più efficaci sono:
- L’innesto di cellule mesenchimali: permette la rigenerazione della cartilagine, riducendo il dolore e permettendo una migliore mobilità dell’anca;
- Radiofrequenza dell’anca: serve a stordire tramite un elettrodo il nervo femorale e otturatorio, responsabile della sensazione di dolore che si avverte a coscia e inguine.
Ovviamente, quando si voglia una soluzione permanente e che permetta di riprendere una vita pressoché normale, il ricorso all’intervento di protesi d’anca è quello più consigliato. Utilizzando la tecnica mini-invasiva, è possibile ripristinare la completa funzionalità dell’anca, tantoché possono usufruirne con successo anche le persone più giovani o gli sportivi.
I vantaggi sono notevoli, mentre sono quasi assenti le controindicazioni. La protesi d’anca per via mini-invasiva, infatti, è sconsigliata solo in caso di grave obesità. Si tratta di un metodo operatorio che prevede l’utilizzo di innovative protesi, che possono essere impiantate con un intervento che risulta poco invasivo e ben tollerato. I pazienti che si affidano a questa tecnica, riferiscono di aver potuto riprendere le loro normali attività in tempi brevi, di aver provato davvero poco dolore e di sentire l’articolazione molto stabile e sicura dopo l’intervento.
Il procedimento di protesi d’anca con tecnica mini-invasiva si va ad associare alla tecnica Fast-Track, un particolare procedimento che sta trovando sempre più consensi nel mondo chirurgico.
cos’è il percorso Fast-Track in ortopedia protesica e quali sono i vantaggi
Il percorso Fast-Track, ovvero percorso rapido, è un protocollo di intervento che si svolge non solo a livello fisico e pratico, ma andando anche a lavorare sulla psicologia del paziente, che diventa protagonista del proprio recupero in seguito all’intervento.
I risultati sono sorprendenti. Si parte da un approccio mini-invasivo in sala operatoria, che prevede:
- Incisioni che rispettano più possibile l’anatomia, con ferite piccole e tagli che non compromettono la funzionalità muscolare;
- Ridotto sanguinamento che non necessita di trasfusione (questa pratica è molto ben vista dai Testimoni di Geova);
- Rispetto delle strutture anatomiche, per non incorrere nel rischio di zoppia;
- Nessun utilizzo di drenaggi articolari.
Facile intuire che un intervento svolto in questo modo lascia spazio a un recupero molto rapido. Infatti il dolore è lieve e tende a sparire entro 24 ore dall’intervento, mentre il paziente viene sostenuto, anche a livello psicologico, e invogliato a iniziare fin da subito una leggera fisioterapia.
Già dopo 6 ore, infatti, il paziente viene fatto alzare e può provare a camminare grazie a un deambulatore. Nel giro di un giorno inizia la riabilitazione con i bastoni canadesi, in modo da arrivare alle dimissioni in terza giornata, dopo aver acquisito un buon livello di autonomia (il paziente può camminare, salire le scale e compiere le normali azioni quotidiane da solo).