Il Rischio di aborto spontaneo in gravidanza 

Purtroppo il rischio di aborto spontaneo esiste in ogni gravidanza e non si può abbattere a zero. Moltissime donne vivono la gestazione con grande gioia ma anche con lo spettro della paura e dell’insicurezza che il timore dell’aborto spontaneo porta sempre con sè. Sempre più donne quindi richiedono informazioni per sapere di che si tratti e come prevenirlo.

Innanzitutto, cosa è l’aborto spontaneo? Si tratta della morte del feto nell’utero a circa 24 settimane. L’aborto spontaneo è in realtà estremamente diffuso, si stima che circa un terzo delle gravidanze ne siano coinvolte, ma nella maggior parte dei casi è talmente precoce che la donna non se ne accorge neppure, anzi scambia l’aborto per una mestruazione. Infatti nella maggior parte dei casi esso si verifica prima delle 13 settimane di gravidanza, quindi prima del primo trimestre e talora la donna non sa neppure di essere incinta.

Bisogna essere consapevoli del fatto che il rischio di aborto spontaneo esiste e che non si può eliminare del tutto, ma si può solamente convivere con esso cercando di non farsi condizionare eccessivamente.

L’aborto spontaneo spesso condiziona psicologicamente la donna che teme di rimanere nuovamente incinta per trovarsi nella stessa situazione. In realtà il rischio di recidiva nell’aborto spontaneo è molto raro; solamente una donna su 100 va incontro al fenomeno dell’aborto ricorrente.

In genere sono più a rischio di aborto spontaneo le fecondazioni artificiale (dal 50 al 75% dei casi di aborti).

Non è del tutto semplice prevenire l’aborto spontaneo perché le cause sono quasi tutte ignote.

Cause dell’aborto spontaneo e comportamenti a rischio

Non è facile delineare le cause dell’aborto spontaneo. Si ritiene che però esso possa essere causato da

  • problemi genetici del feto (presenza di un Dna incompatibile con la vita)
  • malattie croniche della madre (ad esempio sindrome dell’ovaio policistico o disturbi tiroidei)
  • problemi dell’utero.

Nel corso del primo trimestre, a condizionare l’aborto spontaneo potrebbero essere l’età della madre (sopra i 30 anni è molto più diffuso), l’obesità e l’adozione di comportamenti dannosi nel corso della gestazione (fumo e alcol durante la gravidanza). Anche l’eccesso di caffè, oltre i 2-3 al giorno, potrebbe essere collegato al fenomeno dell’aborto spontaneo.

Invece nel secondo trimestre di gravidanza i comportamenti a rischio sono intossicazioni alimentari ed uso di alcuni farmaci antinfiammatori, oltre che malattie infettive, malattie renali, lupus, diabete, pressione alta, anomalia dell’utero.

Non causano l’aborto spontaneo uno shock o uno spavento durante la gravidanza, lo stress e la tensione, rapporti sessuali, il fatto di restare in piedi a lungo, l’attività fisica purché idonea e moderata, voli aerei e il consumo di cibo piccante.

Sintomi dell’aborto spontaneo

Riconoscere i sintomi che l’aborto spontaneo comporta quando si verifica risulta importante. Bisognerebbe allarmarsi se si percepiscono sintomi come

  • sanguinamento dalla vagina (non bisogna tendenzialmente preoccuparsi delle piccole perdite di sangue).
  • dolore all’addome, sotto forma di crampi
  • perdita di tessuti dalla vagina
  • i sintomi della gravidanza (nausea) possono sparire.

Il sanguinamento dalla vagina è di certo la prima caratteristica dellaborto spontaneo, può però variare da uno spotting solo vagamente rosato ad un sanguinamento più importante che dura anche per giorni.

Bisogna quindi contattare immediatamente il ginecologo oppure recarsi al pronto soccorso per farsi accertare lo stato di salute e l’eventuale aborto spontaneo.

A seguito di aborto spontaneo, se non rimane nessuna traccia del feto o dei tessuti della gravidanza nell’utero della donna, non c’è neppure bisogno di una terapia.

Se invece sono rimaste tracce di tessuti nell’organismo, bisogna contattare il ginecologo valutando tre opzioni:

– attesa: attendere un paio di settimane per valutare se il corpo riesce a liberarsi dei tessuti

– terapia farmacologica

– chirurgia.