Fisioterapia: le informazioni utili a valutare il centro di riabilitazione più adatto
Quando si ha bisogno del fisioterapista significa che il corpo è entrato in sofferenza o in una fase di dolore.
È quindi importante rivolgersi al fisioterapista giusto. Ma come sceglierlo? E quali sono le indicazioni importanti da notare per trovare il centro di riabilitazione più adatto alle proprie esigenze?
Questo articolo cercherà di fornire le risposte agli interrogativi più importanti, provando a fornire inoltre utili suggerimenti per scegliere un centro adatto a Torino o in altre zone d’Italia.
Cosa esaminare in un centro di fisioterapia
Potrebbe sembrare scontato da dire, ma la prima cosa da esaminare quando si valuta un centro di fisioterapia è la professionalità di chi vi opera. I fisioterapisti infatti sono dei professionisti laureati, ed è quindi bene come prima cosa accertarsi dei titoli delle persone a cui ci si affida. Negli studi seri ci sono in genere i diplomi e gli attestati di laurea da cui dedurre il titolo del fisioterapista. Il titolo non basta però, perché ogni anno il settore del benessere si arricchisce sempre di più di nuove tecniche e risorse. È bene quindi valutare la qualità degli aggiornamenti periodici che i professionisti seguono.
Una seconda importante cosa a cui far caso è la presenza di macchinari specifici per i trattamenti, nonché l’igiene e la cura del centro in cui vorremmo andare. La presenza di altre persone è di certo poi sintomo di qualità. In genere i centri sono multifunzionali, e questo vuol dire che i diversi professionisti del settore si associano per offrire al cliente finale la massima esperienza possibile in tema di salute e benessere. In questi casi ogni professionista deve avere la sua stanza e usare in esclusiva i suoi prodotti.
Le diverse tecniche fisioterapiche utilizzate, a Torino o nel resto d’Italia
Quali sono le tecniche utilizzate in fisioterapia? Prendiamo ad esempio quelle che vengono svolte nel centro Fisio Logic di Torino, analizzando le diverse terapie offerte sul loro sito www.fisiologic.it.
La prima cosa da specificare è che ci sono tecniche manuali e tecniche che prevedono l’uso di macchinari specifici. Il fisioterapista dovrà conoscerle bene per poterle applicare, ma soprattutto sarà in grado di proporre al suo paziente la tecnica migliore per la patologia lamentata. Per questo sarebbe bene effettuare un primo colloquio conoscitivo tra fisioterapista e paziente prima dell’inizio del trattamento.
È bene sempre ricordarsi di non omettere alcun tipo di informazione.
Bisogna ricordare infatti due cose: la prima è che il fisioterapista non ci conosce, e quindi più accurati saremo nella descrizione dei nostri sintomi maggiori indicazioni gli daremo per aiutarci. In secondo luogo a volte si tende a sottovalutare o sottostimare alcuni dettagli, come un doloretto non particolarmente invalidante, che però per il bravo fisioterapista può essere importante e indicativo. Detto ciò la fisioterapia si compone di tante tecniche principali come:
- massaggi
- elettroterapia
- uso del calore
- esercizi posturali
oltre che tutta una serie di tecniche più specifiche come:
- fisioterapia neurologica
- fisioterapia elettrica transcutanea, che stimola i nervi
- fisioterapia magnetica, utile nel trattamento del dolore
- idroterapia, che cura con l’uso dell’acqua
- fisioterapia con ultrasuoni
per citare solo le tecniche più conosciute.
È fondamentale poi distinguere anche tra la classica fisioterapia rivolta all’adulto da quella specifica per l’anziano o per il bambino. Nel primo caso si parla infatti di fisioterapia geriatrica, e naturalmente interessa situazioni tipiche come l’artrite, mentre nel secondo caso si parla di fisioterapia pediatrica, che serve per aiutare i bambino con, ad esempio, problemi posturali o che hanno delle piccole malformazioni. Il fisioterapista deve conoscere bene il suo paziente ed applicargli la tecnica più adatta.
Ci sono poi alcune tecniche particolari che prevedono l’impiego della mani. La manualità è senza dubbio una caratteristica importante per il fisioterapista, unita alla sua naturale empatia verso il paziente. Si parla quindi ad esempio del linfodrenaggio. In questo caso il fisioterapista effettua un massaggio mirato con dolcezza che non deve in alcun modo provocare dolore in chi lo riceve. Il movimento in genere è a spirale, circolare, e l’effetto principale del massaggio è quello di migliorare la circolazione linfatica. Particolarmente utile risulta questo massaggio in tutti quei casi in cui, magari dopo un’operazione, il paziente abbia un edema, o anche in caso di affaticamento alle gambe o cellulite.
Qual è il metodo del fisioterapeuta
Un bravo fisioterapista utilizza un metodo collaudato per approcciare i propri pazienti. La prima cosa che dovrebbe fare è un’anamnesi, cioè un’intervista approfondita volta a comprendere chi si trova davanti e soprattutto cosa ha portato il suo futuro paziente a rivolgersi ad un fisioterapeuta. Le domande dovranno essere le più complete possibili, ma nello stesso tempo dovranno mettere l’utente a proprio agio. Un buon metodo che sia davvero utile nella riabilitazione prevede così alcune fasi necessarie. La prima parola chiave è quindi trasparenza. Il paziente deve affidarsi alle mani, nel vero senso della parola, del fisioterapista, e per farlo deve potersi fidare di lui. Parlare sempre chiaramente con il proprio paziente permette di creare un clima di serenità e fiducia, che è un sentimento necessario affinché il trattamento funzioni meglio. Un paziente che non si fidi è un paziente che farà resistenza, e questo renderà da un alto il recupero più lento e faticoso, e dall’altro renderà il lavoro del professionista più arduo. Il paziente va sempre informato di tutto, e va reso partecipe del trattamento a cui sta per sottoporsi. È bene rispondere sempre a tutte le sue domande per farlo stare tranquillo.
La seconda fase del metodo del terapeuta prevede il trattamento vero e proprio. In questo caso dunque si comincia con la terapia, fissando via via gli incontri necessari e frisandosi degli obiettivi. Il fisioterapeuta in questo periodo dovrà essere molto paziente ed empatico, perché ciascuno reagisce a modo proprio al trattamento e ha i suoi tempi. Inoltre lungo il percorso possono esservi dei cedimenti e dei crolli psicologici, anche a seconda del problema in atto. Uno studio associato può prevedere anche la figura di uno psicologo allora, per supportare il paziente durante il trattamento in sinergia con il fisioteraoeuta. Naturalmente ogni paziente avrà un percorso a lui dedicato, unico. Due pazienti potranno anche richiedere una tecnica simile dal punto di vista pratico, ma non potrà mai esserci un trattamento unico per tutti. Alla fine, un buon metodo prevede un esito che sarà verificato insieme in termini di risultati, soddisfazione e aspettative future.
Quali sono le zone del corpo in cui gli esperti del centro di fisioterapia sono specializzati
Le zone del corpo che un bravo fisioterapista è in grado di trattare sono praticamente tutte quelle su cui si può operare.
Nello specifico:
- le spalle
- le ginocchia
- il sistema linfatico inteso come zona del corpo per estensione
- le caviglie
- i piedi
- le mani
- i polsi
- i gomiti
- l’anca
- la schiena
- la colonna vertebrale
- i muscoli
Come si vede ogni zona può necessitare di un trattamento specifico, e il bravo terapeuta saprà agire in ogni sede. Vediamo nel dettaglio ad esempio uno dei disturbi più frequenti nel quale il centro è specializzato.
Il dolore alle ginocchia ad esempio può dipendere da diverse cause, come tutti gli altri disturbi naturalmente. Come prima cosa ci si deve accertare della causa, se degenerativa o traumatica, o magari dovuta all’artrosi. Le possibili strategie di intervento dovrebbero quindi prevedere, dopo l’anamnesi, la riduzione della fase acuta. Se il dolore è intenso, e questo vale sempre, è inutile andare ad operare laddove può esserci infiammazione o comunque su un paziente sofferente. Si può cominciare allora usando dei tutori, o delle stampelle se il paziente fa fatica a deambulare. Questo vale sia per dare sollievo alla persona sia per scaricare il carico eccessivo sull’articolazione, in primis per non aggravare la situazione. Si dovrebbe passare poi all’uso di bendaggi personalizzati, e in casi molto acuto sollievo si può avere con la tecnica detta tecarterapia. Solo dopo aver passato questa prima fase si può intervenire con la riabilitazione vera e propria. Il fisioterapista dovrà quindi insegnare al paziente ad effettuare degli esercizi specifici e soprattutto delle buone pratiche quotidiane per aiutare la ripresa funzionale dell’articolazione. Si può intervenire naturalmente anche con un trattamento farmacologico coadiuvante, sia per ridurre l’infiammazione iniziale, sia per praticare un vero e proprio percorso. Si pensi ad esempio alle infiltrazioni con il cortisone o con l’acido jaluronico. Quindi, per concludere con il ginocchio, uno fra tanti esempi affrontati ogni giorno nel centro, i passi potranno prevedere anche:
- chinesiologia
- bendaggio funzionale
- tecarterapia
- taping
- terapia manuale
- ginnastica funzionale
- ginnastica specifica come il pilates o lo yoga.