Fecondazione in vitro e inseminazione artificiale: quali differenze esistono tra le due tecniche?
Fecondazione in vitro e inseminazione artificiale sono due tra le tecniche di riproduzione assistita più diffuse, e si differenziano sotto molteplici punti di vista. Proviamo a chiarire gli elementi più importanti di questi due processi.
Inseminazione artificiale
L’inseminazione artificiale è quella tecnica che consiste nell’introduzione di spermatozoi direttamente nell’utero durante l’ovulazione. Proprio perché che avviene in modo diretto, ossia senza alcuna fase intermedia in laboratorio, tra i due trattamenti in esame questo è quello che più si avvicina alla procreazione naturale. A livello operativo esistono due diverse modalità per questa tecnica: la prima si basa sull’utilizzo dello sperma proprio della coppia, la seconda sul ricorso ad una banca del seme.
Inseminazione artificiale coniugale
Per quel che attiene alla inseminazione artificiale coniugale (IAC), questa avviene tramite l’uso del liquido seminale proveniente dal partner maschile della coppia.
È importante specificare da subito che i professionisti del settore raccomandano di eseguire tra i 3 e i 4 cicli di inseminazione, per cui il trattamento durerà complessivamente circa 3-4 mesi, e in nessun caso si può eccedere un numero di cicli pari a 6. Qualora il procedimento fallisse verrebbero valutate altre tecniche di riproduzione assistita. Altro aspetto da tenere in considerazione riguarda il fatto che questo processo è influenzato da molteplici fattori quali la qualità del seme, l’età della donna, lo stato e l’integrità delle tube di Falloppio o la quantità di follicoli maturi.
Inseminazione artificiale con donatore
Nella seconda ipotesi, l’iter si svolge in modo analogo ma per eseguirlo si ricorre ad una banca del seme (IAD): questo avviene qualora non vi sia un partner maschile o nei casi in cui sia riscontrata una ridotta mobilità degli spermatozoi. Gli istituti che dispongono di una propria Banca del seme sono in grado di controllare in modo diretto ed efficace i risultati ottenuti e di effettuare per ogni donatore di seme un monitoraggio completo e costante.
Fecondazione in vitro
Per quel che riguarda la FIVET, si tratta di una tecnica molto complessa che consiste nella fusione in laboratorio tra ovuli e spermatozoi con l’obiettivo di ottenere ovuli fecondati, pertanto prima di intraprendere questa strada è necessario selezionare ed affidarsi a dei veri specialisti della fecondazione in vitro. Una volta che gli embrioni avranno raggiunto lo stadio ottimale, uno di questi sarà trasferito direttamente nell’utero materno mentre gli altri verranno conservati per il futuro. Qualora la tecnica abbia successo, la gravidanza viene portata a compimento come qualsiasi altra maternità.
Oltre a rappresentare una soluzione ottimale per le donne che desiderano avere un figlio senza marito o partner, questo trattamento è adatto anche per le coppie o individui sterili nonché per le coppie dello stesso sesso.
Trattamenti specifici per ogni caso
Nel caso dell’inseminazione artificiale le probabilità di esito positivo sono minori, con una percentuale di riuscita che si attesta attorno al 15% per ciascun tentativo nelle coppie con una prognosi positiva. Mentre nell’ipotesi di fecondazione in vitro la probabilità di dar luogo ad una gravidanza è decisamente più elevata ed è pari al 55% – 60%. Ad ogni modo nelle coppie giovani e senza alterazioni rilevanti, gli esperti consigliano il ricorso all’inseminazione artificiale. Nonostante ciò nella stragrande maggioranza dei casi la fecondazione in vitro rappresenta comunque la prima scelta.
L’elemento che accomuna queste due tecniche di riproduzione assistita risiede nel fatto che la gestazione ha le stesse caratteristiche di ogni altra gravidanza.