Come scegliere la protesi ortopedica più giusta per te
Foto di Kampus Production: https://www.pexels.com/it-it/foto/sportivo-determinato-con-protesi-della-gamba-che-corre-su-un-litorale-sabbioso-5904849/
Nel 2024 ci troviamo di fronte ad una situazione privilegiata per chi ha necessità di usufruire di una protesi ortopedica. Le tecnologie rispetto al secolo scorso hanno subito un’evoluzione e un miglioramento sotto tanti punti di vista.
Il problema è che non è ancora una pratica accessibile a tutti, il costo da sostenere per interventi di questo tipo è molto alto e il sostegno da parte del Servizio Sanitario Nazionale è ridotto.
Come scegliere la protesi ortopedica più adatta a noi?
È importante considerare che ogni caso è diverso e ogni paziente ha esigenze e necessità specifiche, per questo bisogna affidarsi ad esperti del settore per ottenere una protesi ortopedica su misura.
Infatti, per chi non è del settore è molto difficile comprendere quale tecnica sia la migliore per il proprio caso. Bisogna, inizialmente, scegliere il chirurgo che ci sembra più adatto al nostro caso, il fattore determinante nella scelta è, ovviamente, quello di riuscita degli interventi.
Non sempre è colpa del medico se un intervento non va a buon fine, in quanto, molto spesso il nostro corpo non si adatta facilmente ad elementi esterni.
Sono determinanti nella scelta del medico le esperienze concrete, questo perché molto spesso i test in laboratorio vanno a buon fine, ma non è garantita la riuscita sul paziente vero e proprio.
Le protesi ortopediche all’anca
Da oltre cinquant’anni vengono prodotte protesi d’anca convenzionali, ne esistono vari modelli a seconda dell’esigenza del paziente, sviluppati da medici chirurghi di diverse generazioni.
Ognuno di essi, infatti, sviluppando una propria tecnica sarà più a suo agio nell’utilizzare quella rispetto ad un’altra. Per questo non è ottimale presentarsi da un chirurgo chiedendo un tipo di protesi non sviluppata o non praticata dallo stesso.
Le protesi all’anca sono strutturate così: coppa acetabolare e stelo cementato, presentano una testa metallica con una coppa in polietilene, materiale utilizzato spesso per le protesi ortopediche, in quanto permette maggiore movimento e confort al paziente.
Esistono inoltre due tipi di protesi dell’anca:
resurfacing: sostituisce solo la parte superficiale, cercando di mantenere il più possibile invariata la struttura originale dell’anca; è adatto soprattutto ai giovani e a colore che vogliono praticare attività sportiva;
Quali sono le tecniche più utilizzate per le protesi ortopediche al ginocchio?
Iniziamo ad individuare i casi in cui è necessario al paziente il trapianto di una protesi ortopedica al ginocchio.
Le problematiche principali che portano ad interventi di questo tipo sono: artrosi cronica senile, artrosi causata da artrite reumatoide, artrosi post- traumatica, osteoneocrosi e gonartosi. È necessaria una protesi ortopedica nel momento in cui il paziente, soggetto dalle patologie sopra elencate, non riesce più a sopportare il dolore e la cura farmacologica risulta poco efficiente.
Dopo un attento esame, un medico chirurgo specializzato, deciderà se per il paziente è necessaria una protesi parziale o totale.
Solitamente si cerca di optare per una chirurgia mininvasiva, molto in voga negli ultimi anni, per cercare di ridurre i tempi di recupero per il paziente.
La protesi totale sostituisce la cartilagine deteriorata e le aree limitrofe a tibia e femore. Vengono utilizzate parti metalliche cementate all’osso e un inserto in materiale plastico.
Si opta per una mini-protesi nei casi in cui non è necessario un intervento troppo invasivo, quindi viene sostituita solamente una parte dell’arto.
In casi come questo si opta per una chirurgia mininvasiva che ad oggi permette di applicare la robotica alla medicina.
Come funziona la chirurgia robotica mininvasiva?
Il medico durante l’operazione viene supportato da dei bracci meccanici, comandati dallo stesso attraverso un computer.
Spesso sistemi di questo tipo apparentemente spaventano, ma in realtà, è una pratica molto sicura, perché permette di avere maggiore precisione rispetto alla mano umana, soggetta a volte ad un leggero tremolio.
I vantaggi di questa pratica sono molteplici:
si va a diminuire la degenza in ospedale del paziente a 3-5 giorni;
sa riabilitazione diminuisce a 7-10 giorni;
il recupero per il paziente è molto più veloce, viene fatto alzare il giorno stesso o il giorno dopo l’intervento ed in grado di ritornare a camminare entro 2-4 settimane.
Il contro di questi interventi è sicuramente il costo maggiore rispetto ad un intervento tradizionale.
Le cliniche ortopediche
Gli interventi in italia negli ultimi anni sono aumentati notevolmente, dal 2012 al 2019 sono quasi raddoppiati.
Secondo l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali i centri italiani sono così suddivisi: 339 al nord Italia, 163 nel centro e 265 al sud.
È importante scegliere la clinica più adatta a noi secondo la percentuale di interventi annuali, e soprattutto quanti di questi sono andati a buon fine.
È facile ottenere una protesi ortopedica su misura?
Sebbene la tecnologia in questo campo sia molto all’avanguardia, allo stesso tempo i costi sono ancora molto elevati per la maggior parte dei pazienti. Purtroppo il Servizio Sanitario Nazionale non è in grado di finanziare ad ogni paziente questo tipo di intervento o almeno non totalmente.
Angelo Clary (77 anni) nel 2018 è stato colpito da un aneurisma alla gamba e, successivamente a due interventi andati male, è stato costretto a salutare definitivamente la sua gamba.
La protesi necessaria ad Angelo è stata realizzata con una tecnologia di ultima generazione, è fornita anche di ginocchio elettronico, per permettere ad Angelo di tornare a camminare fin da subito.
La protesi costa circa 30.000 € è ben evidente che non sia una spesa facile da sostenere.
Matteo Mariotti è un ragazzo di vent’anni che, lo scorso dicembre, è stato attaccato da uno squalo in Australia. Matteo è stato curato da un ospedale locale e successivamente trasferito in italia il mese scorso.
L’ospedale che si è occupato è l’ospedale Rizzoli di bologna, nello specifico il dottor. Faldini.
Il dottore ha deciso di intervenire con una protesi immediata per cercare di permettere al ragazzo un recupero istantaneo. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un intervento molto costoso, infatti gli amici di Matteo hanno proposto una raccolta fondi per cercare di aiutare la famiglia in queste spese.
Purtroppo, nonostante le protesi ortopediche siano dispositivi medici necessari ai pazienti per ritornare ad avere una propria autonomia ed indipendenza non sempre possono essere facilmente accessibili.