Anoressia nervosa, cos’è, sintomi, cause e trattamento del disturbo alimentare

L’anoressia nervosa è uno dei disturbi alimentari più noti. Spesso se ne parla nei libri oppure viene rappresentato in film e serie televisive che raccontano questa problematica che investe mente e corpo, cercando di sensibilizzare il vasto pubblico sulle sue conseguenze.

Altrettanto spesso si associa questa patologia al mondo della moda, indicando nelle modelle “troppo magre” che sfilano in passerella un modello di riferimento errato, che condiziona profondamente la nostra idea di bellezza, di forme perfette, di come dovrebbe essere un corpo.

Secondo un articolo di Ansa sui disturbi alimentari, queste patologie sono in drammatico aumento, soprattutto tra i giovanissimi. L’età di esordio di anoressia e bulimia tende ad abbassarsi sempre di più e aumentano i casi di disturbi alimentari che cominciano anche a 11/12 anni o addirittura in età infantile, intorno agli 8 anni. Per questo è importante sapere come si manifestano i disturbi alimentari. Conoscerli è il primo passo per comprenderli e cercare di aiutare chi ne soffre.

In questo articolo, dunque, parleremo dell’anoressia nervosa.

Cos’è l’anoressia nervosa e quali sono i sintomi?

L’anoressia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da un rapporto conflittuale con il cibo. La persona affetta da questa patologia rifiuta di alimentarsi, arrivando al vero e proprio digiuno, con una perdita significativa di peso nel giro di brevissimo tempo.

Spesso chi ne soffre non soltanto restringe la quantità di cibo e quindi di calorie ingerite, ma adotta anche altre tecniche per dimagrire: intensa attività fisica, induzione del vomito e/o uso di lassativi.

In base alle caratteristiche del disturbo si distinguono due tipologie di anoressia nervosa:

anoressia nervosa di tipo 1 o con restrizioni, si ha se la persona affetta da questo disturbo non presenta episodi di abbuffate o condotte eliminatorie come vomito autoindotto, uso di lassativi o altro. In questo caso il dimagrimento è ottenuto esclusivamente tramite una ferrea restrizione alimentare e con un abuso di attività fisica:

anoressia nervosa di tipo 2 o senza restrizioni, si diagnostica quando, negli ultimi 3 mesi, la persona ha avuto episodi ricorrenti di abbuffate e/ condotte eliminatorie di vario tipo.

A tutto questo si accompagnano pensieri ricorrenti e continui sul perdere peso, sul cibo, su cosa mangiare o meno oltre che legati alla propria immagine corporea. L’anoressia nervosa, inoltre, è correlata a un’intensa paura di ingrassare e, soprattutto, a un’alterata percezione e valutazione del proprio peso e delle forme del proprio corpo.

La classica immagine della ragazza magrissima che guardandosi allo specchio si vede molto più grassa e in carne di quanto non sia in realtà ben rappresenta la distorsione che vive chi soffre di questo disturbo alimentare.

Altre caratteristiche che si evidenziano nelle persone che vivono l’anoressia nervosa sono: marcato perfezionismo, iperattività e mancata consapevolezza della propria malattia.

L’anoressia nervosa ha pesanti conseguenze dal punto di vista fisico: il vomito autoindotto provoca danni allo smalto dentario fino alla distruzione completa dei denti stessi, escoriazioni sul dorso delle mani. La drastica perdita di peso in poco tempo, inoltre, può comportare problemi e complicanze mediche a livello ematologico, metabolico, cardiovascolare, renale, endocrino, muscolare e gastrointestinale.

Nel caso delle ragazze, che sono statisticamente i soggetti più a rischio anoressia, può verificarsi amenorresa, cioè l’assenza di ciclo mestruale.

Le cause dell’anoressia nervosa

L’anoressia nervosa non ha una causa unica per tutti coloro che ne soffrono.

Esistono una serie di fattori predisponenti o fattori di rischio che rendono più probabile l’insorgenza di questo disturbo alimentare. L’anoressia risulta dall’incontro di cause genetiche a cui si assommano fattori di tipo psicologico, relazionale e ambientale.

Una delle cause è l’interiorizzazione dell’ideale di magrezza proprio della nostro società. La società occidentale, infatti, tende a mettere in relazione i concetti di bellezza e successo con quello di magrezza. La televisione e gli altri media propongono immagini di corpi magri, associandole a concetti positivi come l’essere felici, popolari, attraenti. Ciò favorisce soprattutto negli adolescenti la costruzione di un’immagine di magrezza non salutare, che può incidere sull’autostima, portare a insoddisfazione nei confronti del proprio corpo.

Altro fattore di rischio individuato è rappresentato dal perfezionismo clinico, dal bisogno di raggiungere sempre nuovi traguardi, obiettivi sempre più elevati a cui si associa scarsa tolleranza nei confronti dei propri errori. Questo tratto di personalità è stato riscontrato nei soggetti affetti da anoressia nervosa e si associa spesso a modalità di pensiero rigido e ossessivo.

Tra i fattori di rischio si colloca anche l’insoddisfazione per il proprio corpo che può contribuire all’insorgenza di una forma di dispercezione corporea per il quale le pazienti continuano a vedersi grasse pur essendo terribilmente magre.

L’anoressia nervosa così come la bulimia nervosa nasconde un profondo disagio psicologico. Secondo una interpretazione anoressia e bulimia sono malattie d’amore, non semplici disturbi legati alla sfera corporea. La dimensione affettiva è fondamentale nello scatenamento di questi mali: il corpo, in qualche modo, rappresenta l’immagine interiore dell’individuo. L’anoressia nervosa, in questo senso, è spiegata come rifiuto del cibo che rappresenta un rifiuto del mondo e delle relazioni esterne, derivato da una ferita d’amore.

 Il trattamento dell’anoressia nervosa

Al giorno d’oggi l’anoressia nervosa viene spesso trattata mediante i protocolli della psicoterapia cognitivo comportamentale CBT-E, sviluppata proprio per curare i disturbi alimentari.

Questo tipo di psicoterapia ha come obiettivo quello di affrontare il disagio e i processi che lo mantengono e consolidano nel tempo.

Il trattamento dell’anoressia secondo questo orientamento specifico si basa su tre passi:

  1. Il primo passo prevede di aiutare il paziente a comprendere la necessità di affrontare il proprio problema con il cibo e il disturbo alimentare. Si tratta di una fase preparatoria, che serve a predisporre la persona che soffre di anoressia nervosa a un cambiamento positivo;
  1. Il secondo passo a due obiettivi: il primo è quello di aiutare il paziente a raggiungere un peso corporeo salutare basso, valutato tra 19 e 20 BMI (Indice di massa corporea) e, allo stesso tempo, lavorare sulla psicopatologia, individuando anche gli stati mentali problematici alla base del disturbo. In questo frangente si cerca di migliorare la propria immagine corporea, la valutazione di sé e dei rapporti interpersonali;
  2. Nell’ultima fase si affrontano le preoccupazioni legate alla fine della terapia e al rischio di ricaduta nel disturbo alimentare.